SE PENSO AI BUCCHI NERI NON POSSO CHE PENSARE A MIA MADRE
opera Installazione
Titolo*: Se penso ai buchi neri, non posso non pensare a mia madre,
Dimenzione: 175x130
Materiale: salvagente nautico e legno
Autore: Solares A.J.
Anno: 2011
Descrizione dell’opera: istallazione pavimentale
Se penso ai buchi neri, non posso non pensare a mia madre, spesso immagino questa barca su cui era mia madre, che sempre in viaggio naviga nei mari dello spazio. Mi chiedo, dove può essere: Se è finita disintegrata in milioni di pezzi risucchiata in un vortice causato da un’enorme forza? Se è finita in un’altra dimensione?. Se mia madre vive un’altra esistenza e di che tipo?.Se mai ritornerà e se ritornasse, forse allora io sarò già invecchiata e lei avrà ancora ventinove anni?
L’universo come luogo navigabile.
Lo spazio è grande, freddo e molto vecchio ed io ho paura del vuoto.
L’opera evoca il dramma, l’osservatore può costruire una storia intorno, questo lo spinge a fantasticare su diversi significati
interrogandosi.
Quest'opera nasce dalla vicenda umana dell'artista, la madre è morta scomparsa in mare, quando Solares aveva 12 anni, ancora oggi la madre è legalmente definita “Desaparecida”.
Il nero è un magnete che attrae le energie verso questo centro-cerchio del salvagente.
Il salvagente ha delle vibrazioni che emana in tutte le direzioni.
Ma è anche la bocca di un cannone, lo sparo da un cannone!!!
Dove è finita la donna?
Solares Alejandrina Josefina,“Scorticati” oppure “Inutile medicazione di ali di zanzare”, 2007-2012, creta e tessuti vari, vernici, installazione.
Descrizione dell’opera “Quando la sofferenza e la disperazione è insopportabile i miei pensieri mi portano al desiderio inconfessabile di volermi strappare la pelle”. Da questo desiderio nascono gli scorticati, sono sculture in creta alle quali ho strappato la pelle e che ho elevato a simbolo di sofferenza universale. Riferimento all'arte classica e al mito alla leggenda di Marsia e le sue interpretazioni artistiche (Ovidio nelle Metamorfosi e Dante nella Divina Commedia) l'autoritratto di Michelangelo nella Cappella Sistina. Lo scorticamento come sacrificio quotidiano, non c'è sangue, non c'è sesso, non c'è storia ho solo tolto la pelle da una mia scultura.
La pelle è un luogo di trasposizione. La pelle è lo schermo dove avviene quella trasposizione. La creta cruda è la materia viva , il luogo necessario alla trasposizione stessa. Ho tolto la pelle da una mia scultura.
QUANDO TOCCHI LE ALI DELLE FARFALLE
Titolo dell’opera: Quando tocchi le ali della farfalla
Autore dell’opera: Alejandrina J. Solares
Dimensioni: 25cm x 20cm
Materiali: capelli, garze, fiori secchi.
Anno: 2007
Descrizione dell’opera:
In ricordo di tutte le farfalle uccise.
La polverina dai lucenti colori che si trova sulle ali delle farfalle sono state per un giorno il mio Make up. Un gioco infantile, con una portata di innocenza ma, che mi ha fatto conoscere
presto la fragile della vita.